La città contemporanea è caratterizzata da un processo di disallineamento tra spazialità e socialità, ovvero da una perdita di corrispondenza tra le strutture materiali (l’abitato) e le strutture sociali (la comunità). Nonostante il grande slancio progettuale degli anni Ottanta, i progetti per quest’area di città non ebbero seguito e fino agli anni Novanta il quartiere storico della Bolognina si dovette confrontare con un grande vuoto urbano. Il caso del quartiere Bolognina mostra come i processi di rigenerazione urbana siano spesso portatori di contraddizioni e di conflitti. In questo contesto, l’analisi sociologica rivela la complessità delle dinamiche comportamentali all’interno della subcultura del Bolognina Warriors, mettendo in luce l’interplay tra la ricerca di status sociale attraverso il furto di simboli di prestigio e l’aggressione deviante rivolta a individui vulnerabili, quale espressione di un’identità di gruppo controversa e multifacetica. L’utilizzo di simboli e di un abbigliamento che ricorda quello della cultura “gangster”. LA CITAZIONE DI BALO – Nella cultura City non poteva certo mancare un momento pop della storia del club: stagione 2011/12, quella con Mancini in panchina e del ritorno a campioni d’Inghilterra.
Le società cittadine di pattinaggio ad esempio negli ultimi decenni hanno più volte lanciato campioni affermatisi poi a livello europeo e mondiale. Durante la seconda guerra mondiale Brindisi divenne sede del comando alleato per il basso Mare Adriatico, acquisendo una notevole importanza strategica e pagando tale ruolo con diversi bombardamenti nella zona storica. Deposito storico dei mezzi di trasporto pubblico bolognesi (tram e autobus), costruito nella seconda metà dell’Ottocento e dismesso nel 1983. L’area circostante è stata recuperata con la creazione di un parco e la destinazione delle vecchie rimesse a nuovi usi, tra cui la sede del Museo per la memoria di Ustica. Resistenza lombarda. Divenuto delegato del CNLAI per il territorio di Canzo, costituì dapprima un comitato comunale formato dalle personalità di spicco del mondo partigiano locale e successivamente la Giunta clandestina che, composta da un rappresentante per ogni componente politica dell’arco costituzionale (ante litteram), organizzò la transizione istituzionale che avvenne il 25 aprile del 1945, quando le SS italiane abbandonarono la sede di Canzo. Il 2 agosto 1980 la Stazione ferroviaria di Bologna Centrale, nelle immediate vicinanze della Bolognina, fu devastata da un ordigno esplosivo, piazzato nell’ala Ovest del complesso da componenti di gruppi della Destra eversiva, che, una volta detonato alle ore 10:25, causò la morte di 85 persone, in quella che è conosciuta come la strage di Bologna.
Processi che, tuttavia, non sono stati neutri. I Laboratori di partecipazione, infatti, sono stati spesso utilizzati come uno strumento per legittimare le scelte dell’amministrazione comunale, maglie personalizzate calcio senza garantire un reale coinvolgimento dei cittadini. Nei secoli dopo la scomparsa dell’Impero Romano, Canzo, in uno stato di marcata autonomia comunale, fece parte dell’area chiamata Martesana dell’arcidiocesi di Milano, e fu, formalmente, infeudata al monastero di Sant’Ambrogio. Il torrente Foce, di proprietà dei Verza, veniva in parte deviato verso gli stabilimenti e verso il giardino all’inglese, attraverso due caselli di raccolta ancora visibili. ’intero rione; l’Arcoveggio nel settore occidentale, dove la compressione edilizia si allenta e dà spazio a più aree verdi e servizi pubblici; nella parte orientale la Casaralta, area avente diverse fabbriche dismesse, ma che sta vivendo una fase di intensa rivoluzione edilizia, nonché cuore della comunità cinese di Bologna, sviluppatasi attorno a via Ferrarese. Nel 1918 la General Motors rilevò la Frigidaire, una fabbrica statunitense di frigoriferi, tra le prime a dedicarsi a tale settore. È dagli anni ’90 che iniziano a manifestarsi segnali di decrescita, dovuti alla crisi del settore industriale e alla conseguente chiusura delle più importanti fabbriche come la Casaralta e insieme ad essa tantissime altre.
La disgregazione dell’assetto originario inizierà un secolo dopo la fondazione del quartiere in seguito alla crisi delle attività manifatturiere e alla terziarizzazione dell’economia bolognese. Tuttavia, questa identificazione territoriale non limita la dinamicità del gruppo, che è in grado di spostarsi senza conflitti territoriali, ad esempio con il quartiere del Pilastro. Lo sviluppo infrastrutturale legato al terziario ha aperto il quartiere a una nuova vocazione commerciale. Lo sviluppo demografico e urbanistico del Novecento ha portato al nuovo disegno della città moderna sovrapposta a quella antica a costo di sventramenti e demolizioni (quartieri delle Sciabiche, di San Pietro degli Schiavoni, Teatro Verdi, Torre dell’Orologio). Corticella, che guida a settentrione verso l’omonimo rione, collega la città con Castel Maggiore e la Bassa bolognese settentrionale; si tratta, insieme a via Matteotti, della prosecuzione periferica dell’antica Strada di Galliera. L’idea del logo è nata dalla giornalista del Carlino Benedetta Cucci, ed è stato realizzato dal designer bolognese Davide Dall’Olio.
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