Cittadella calcio maglia 2017

La prima sfida avvenne nel 1920 ad Anversa, nelle semifinali del torneo di consolazione di calcio ai Giochi della VII Olimpiade, dove gli spagnoli vinsero per 2-0. La successiva rivalità calcistica tra le due nazioni fu però maggiore a livello di club, nelle competizioni UEFA, in cui Italia e Spagna hanno goduto di periodi di rispettivo dominio. Internamente la situazione restava caotica, con il dominio economico e sociale dei baroni dello stagno (come Carlos Víctor Aramayo) che controllavano l’intera economia nazionale. Nota bene: per le informazioni sui risultati ai Giochi olimpici nelle edizioni successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica. Capita, non di rado, che tutte le sopracitate manifestazioni organizzate o spontanee di tifo per gli Azzurri si riscontrino anche nelle grandi metropoli di ogni continente, se vi sono comunità numerose di emigrati italiani. Altri ricordi negativi per la nazionale italiana sono legati alle due rappresentative coreane: la Corea del Nord sconfisse clamorosamente gli Azzurri per 1-0 al campionato del mondo 1966 causandone l’eliminazione al primo turno (partita nella quale l’Italia giocò per circa un’ora con un uomo in meno per l’infortunio occorso a Giacomo Bulgarelli), mentre la Corea del Sud padrona di casa estromise l’Italia al golden goal agli ottavi di finale del campionato del mondo 2002, in una partita segnata dal contestato arbitraggio di Byron Moreno.

La sfida è stata per due volte la finale del campionato mondiale, unico caso assieme a Germania – Argentina (ultimo atto della rassegna iridata in tre occasioni). Due anni dopo, la sfida si ripropose in finale del campionato d’Europa 2000 a Rotterdam e la Francia vinse ancora sugli Azzurri, pareggiando al termine dei tempi regolamentari e segnando ai supplementari il decisivo golden goal. La sfida più importante tra le due nazionali è stata la finale per il terzo posto della Confederations Cup 2013, in cui gli Azzurri conquistarono il bronzo ai tiri di rigore dopo il 2-2 dei tempi supplementari. Il successivo confronto in ambito mondiale fu nel 1970, durante la finale di Città del Messico. Il decisivo doppio confronto vede i lombardi superare i pugliesi per 1-2 all’andata allo stadio Pino Zaccheria e per 3-1 al ritorno in un Rigamonti-Ceppi tutto esaurito, assicurandosi la promozione in Serie B a cinquant’anni dall’ultima precedente apparizione nella divisione cadetta. Venne commercializzata in serie limitata e i 500 esemplari previsti furono tutti venduti appena introdotti sul mercato. I verdeoro trionfarono per 4-1, dopo aver chiuso in parità il primo tempo: il successo comportò l’assegnazione in via definitiva del trofeo dedicato a Jules Rimet, poiché la FIFA aveva deliberato che la versione originale della coppa venisse assegnata alla nazionale che avesse raggiunto per prima le tre affermazioni (sino a quel momento, l’Italia e il Brasile potevano vantare due vittorie a testa).

La rivalità calcistica tra l’Italia e il Brasile è conosciuta anche come «clássico mundial» in portoghese o «derby del Mondo» in italiano, in quanto mette di fronte due delle nazioni calcistiche di maggior successo a livello globale, avendo raggiunto nove Coppe del Mondo tra i due paesi. A differenza delle sfide con le squadre europee, con le quali sussiste una rivalità più accesa, essendo il Brasile una nazionale sudamericana, con i verdeoro sono limitati i confronti nell’ambito delle competizioni intercontinentali, sebbene siano state giocate varie amichevoli. La nazionale italiana di calcio, oltre a essere una della selezioni più titolate al mondo, occupa anche i primi posti delle classifiche inerenti ai risultati accumulati nel totale degli incontri disputati. Rappresentando uno degli Stati più piccoli e meno popolosi d’Europa e del mondo, essa può contare quasi esclusivamente su giocatori di club non professionistici. Anche le squadre Under 21 delle due nazioni, tra le più forti al mondo, sono riconosciute come rivali. Su oltre ottanta avversarie incontrate l’Italia detiene un bilancio positivo nei «testa a testa» con una larga maggioranza di esse, tra le quali anche rivali storiche.

La nazionale italiana di calcio vanta altresì un singolare primato: tutti e sette i titoli ufficiali vinti dagli azzurri sono stati ottenuti tra le mura domestiche (Roma, campionato del mondo 1934 e campionato d’Europa 1968) o in casa delle altre quattro rivali calcistiche europee (Parigi, campionato del mondo 1938; Madrid, campionato del mondo 1982; Berlino, Olimpiade 1936 e campionato del mondo 2006; Londra, campionato d’Europa 2020); l’Italia ha dunque alzato al cielo un trofeo in tutte e cinque le grandi capitali dell’Europa occidentale. È questa l’ultima affermazione azzurra sui rivali, che dodici anni dopo fecero proprio il trofeo battendo la squadra di Arrigo Sacchi nella finale del mondiale di Stati Uniti 1994, il primo deciso ai rigori. L’apice delle sfide tra Azzurri e spagnoli è stata la finale del campionato d’Europa 2012, con le Furie Rosse che dominarono l’incontro vincendo per 4-0, conquistando il loro terzo titolo di campioni d’Europa e il secondo consecutivo. Ai mondiali l’Italia non ha mai perso nei tempi regolamentari o supplementari una partita di quarti di finale o semifinale. L’Italia si «vendicò» nell’edizione di Spagna 1982, allorché si impose per 3-2 nell’ultima gara del secondo turno, guadagnando il passaggio alle semifinali.


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