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Eppure c’è chi non solo non si vergogna di quegli otto punti in trentaquattro partite, ma anzi li rivendica, se ne fa vanto, soprattutto ora che il primato di peggior squadra della Bundesliga, il massimo campionato di calcio tedesco, è in bilico. Proprio in questo territorio il generale e scienziato Alberto La Marmora fece la prima segnalazione ufficiale del carbone Sulcis, rinvenendo la sua presenza nel 1834 e nel 1846 in località «Cannamenda» (tra monte Lisau e «Medau Brau» in zona Terra Segada, già in comune di Gonnesa ora in quello di Carbonia), attraverso frammenti di carbone fossile, ma senza riuscire a localizzare gli affioramenti. Vardy per due stagioni sgomitò in seconda divisione, e solo a 27 anni riuscì, per la prima volta, a mettere piede in Premier, campionato che appunto due anni dopo conquistò. Poi il ritorno in Scandinavia (al Brondby) con 4 stagioni al top, lo svincolo e la chiamata – a 28 anni – del Norwich, un club che quest’anno pareva dover guardare le altre giocarsi la promozione e che invece è stato accompagnato dal finlandese a suon di gol (27 in 38 partite, maglie da calcio più belle più 10 assist prima di ieri) a un passo dal ritorno in Premier.

Prima di lui c’erano stati almeno altri due esempi di bomber esplosi in Championship e arrivati ai vertici inglesi solo molto tardi. Dopo l’insediamento di George Smith e la teorizzazione della «scuola alessandrina», la dirigenza grigia si affidò per lungo tempo a chi meglio sapeva portarne avanti i principi, a partire dall’allievo Carcano, a oggi l’allenatore più presente in gare di campionato (126 tra il 1919 e il 1930) cui seguirono Révész, Stürmer, Baloncieri e infine Dadone, il quale, pur non occupandosi direttamente della prima squadra, fece a lungo da supervisore e da «ponte» tra quella e il vivaio. Sarà che nel calcio contano i trofei, sarà che la storia del pallone l’hanno sempre fatta i fenomeni, meglio ancora se vincenti, sarà che la memoria è selettiva e preferisce le cose belle a quelle brutte. Essere la peggior squadra della storia della Bundesliga è un primato che l’ex capitano della squadra della capitale tedesca rivendica. La squadra, che nella sua storia militò sempre nelle categorie inferiori tranne che nella stagione 1965/66 (ripescata in Bundesliga a causa della retrocessione a tavolino dell’Hertha Berlino e al vincolo federale che stabiliva la presenza di una squadra di Berlino Ovest nel massimo livello del campionato tedesco), nonostante il fallimento del 1973 è ancora oggi una delle più ricercate in Germania.

Il Tasmania Berlin giocò per non perdere, perché a pallone questo si deve fare, il pubblico vede e accetta solo la vittoria, al massimo il pareggio, la sconfitta è soltanto vergogna e fallimento. Otto punti in un campionato (la vittoria all’epoca valeva due punti), quindici gol fatti e 108 subiti, sono considerati un fallimento totale, qualcosa da rifuggire come fosse il male più grande al mondo. Per poi aggiungere: «Non è da tutti aver fatto solo otto punti. Siamo stati la squadra peggiore della Bundesliga. Siamo nella storia e vogliamo restarci». Il Colonia nel girone di andata ha raccolto sei punti (una vittoria e tre pareggi), l’ambiente è sfiduciato, soprattutto dopo il quinto posto dello scorso anno, e in molti hanno chiesto la cessione a gennaio: una situazione complicata che potrebbe far decidere al club di puntare sul settore giovanile per ripartire dalla seconda divisione l’anno successivo. Perché Pukki è uno che le sue occasioni già le aveva avute, ma mai le aveva colte del tutto: a 17 anni era già al Siviglia, nel suo curriculum ci sono anche tre anni allo Schalke 04 e uno al Celtic.

Guardando la coppa vinta nel 1982, non posso non ricordare l’esultanza del nostro Presidente Pertini, il suo legame profondo con questo Paese e con il calcio. Scrisse inoltre che Sandro Pertini, responsabile militare del PSIUP, «mordeva il freno» e, «geloso delle prove crescenti di capacità e di audacia date dai Gap, chiese che si concordasse un’azione armata unitaria». I Verdi, pur portando a termine delle belle cacce, sono stati schiacciati dal fiume rosso, inarrestabile. Bomber rinati, belle promesse e stadi pieni. C’è insomma un conto aperto tra i bomber inglesi non più giovanissimi e la Championship. Già perché c’è un’altra grande passione a saldare insieme i gemelli, la musica rock. C’è un esempio che Pukki e gli altri come lui non si stancano mai di ricordarsi. Prendi ad esempio lo Sheffield United, oggi secondo in classifica con il Leeds. 1996-1997: oltre al secondo portiere, le squadre hanno potuto portare in panchina altri sei giocatori, con la possibilità di utilizzarne però tre, indipendentemente dal ruolo, quindi compreso il portiere. Al Foglio dal 2014. Nato nel giorno più freddo del secolo scorso, lì dove la pianura incontra il Prosecco. Ricky Lambert, uno che a 18 anni non giocava certo nel settore giovanile di qualche grande club, bensì raccoglieva barbabietole in un’azienda agricola del Merseyside cercando una squadra che gli regalasse un contratto.

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