L’estetica calcistica rimane preponderante, con il posizionamento di finti loghi, e con la scelta di design che trasudano calcio da tutte le parti: come questo bipartito del Galatasaray di inizio anni Duemila. L’ultimo lavoro è stato realizzato in partnership con il brand di whiskey Jameson: tra le divise oggetto di rework, la maglia della Nazionale australiana di inizio anni Novanta. Tra le ultime operazioni di Slam Jam, quella con Umbro per la collezione “Penalty Culture”, che comprende anche il rifacimento della divisa della Nazionale inglese ai Mondiali di Francia 1998, bianca con bande rosse e blu. Anche i portieri hanno una divisa personalizzata concepita per distinguerli in campo dagli altri giocatori e dai giudici di gara. Con il Pisa, invece, ho avuto la possibilità di vedere in campo il mio lavoro, quando per i 108 anni mi hanno fatto fare una maglietta celebrativa rivenduta poi per beneficenza». Lo sappiamo: la moda si è da tempo infiltrata nel mondo del calcio, prendendo parte ai processi creativi, rilanciando e rinnovando lo stile delle squadre in campo come fuori. Nella storia di Neal Heard, sports consultant che si è occupato di un rilancio di un brand storico dello sportswear spagnolo come Meyba, c’è anche Lover’s FC, una realtà che cerca di combinare calcio e moda in un senso innovativo, con un tocco di eccentricità.
Ma anche quel decennio ha avuto la sua riconoscibilità, che passa anche da kit che non sono per forza iconici e fissati nella memoria di tutti noi: Bene Culture, per esempio, ha aggiornato la terza maglia 2003/04 della Juventus, nera con un colletto bordato di bianco, dotandola di elementi “parodia” come il vecchio sponsor Fastweb che diventa Beneweb. Una maglia da calcio degli anni ’70, ad esempio, può essere fatta in versione jersey (proprio come le maglie da gioco indossate), ma anche in versione polo (con bottone e colletto), oppure come felpa, mantenendo intatte le caratteristiche originali. I riferimenti ci sono, ma sono più velati: per esempio, non ci sono sponsor di maglia, né dettagli che riconducono immediatamente a un’annata ben precisa. Così sono arrivate una dopo l’altra maglie che riprendevano kit del passato, o quantomeno si ispiravano con riferimenti nemmeno troppo velati. Perché non farlo con le maglie da calcio? La maglia scelta per i nerazzurri è quella da trasferta del 1993/94, una delle più apprezzate perché rispettosa della tradizione, con banda nerazzurra obliqua su base bianca, e con alcuni dettagli che saltano all’occhio, come il colletto o i crest in giallo luminoso. Ecco perché siamo orgogliosi di produrre prodotti di alta qualità con licenza ufficiale.
Con la nostra vasta gamma di design e prodotti con licenza ufficiale, siamo qui per aiutarti a portare la tua collezione di maglie da calcio a un livello superiore. Calcio, ma non solo («Da appassionato di atletica ho riprodotto le maglie indossate da Jesse Owens, Pietro Mennea, Abebe Bikila»), con prezzi che variano dai 50 ai 120 euro, a seconda di ciò che si vuole fare. Inoltre, la gamma dei modelli dovette essere riadattata alle mutate condizioni economiche: ormai, dal 1930 e per quasi tutto il decennio, i modelli della gamma furono equipaggiati solo da motori a 4 o al massimo a 6 cilindri, ma questi ultimi non arrivavano che a 2,6 litri di cilindrata. Quella di Icarus Football è una vera e propria scorpacciata di maglie da calcio: una realtà partita con l’idea di realizzare divise custom ha pian piano conquistato una popolarità internazionale, collaborando con collettivi e squadre di livello grassroots di tutto il mondo.
Le nostre maglie sono progettate per catturare lo spirito dello sport e delle squadre che le indossano, rendendole un must per ogni collezionista serio. L’Udinese viene sorteggiata in un duro girone comprendente gli inglesi del Liverpool, gli svizzeri dello Young Boys e i russi dell’Anzhi, conquistando una storica vittoria per 3-2 ad Anfield contro il Liverpool, ma chiudendo il girone all’ultimo posto, uscendo dalla competizione. Ciò include lavarli secondo le istruzioni del produttore, conservarli in un luogo fresco e asciutto e proteggerli dalla polvere e dalla luce solare. Inoltre, sempre nel 1903, videro la luce la 9/10 PS, versione depotenziata della 12 PS, e la 20/22 PS, anch’essa di origine Darracq ma commercializzata senza alcun riferimento al costruttore francese. Le ricerche hanno messo in luce diversi vani della villa rustica comprensivi di aree scoperte e di un portico: sotto di esso si collocava una vasca-cisterna che, pur possedendo le caratteristiche funzionali del lacus vinarius (la scaletta laterale e una cavità di raccolta della feccia che si depositava sul fondo della vasca), non sembra essere stata adibita al ciclo produttivo del vino. Nel 1722, i principi della famiglia nobiliare Grifeo ottennero in concessione un feudo nel territorio dell’odierno quartiere da parte dell’Arcidiocesi di Palermo, maglie calcio a poco prezzo affidabile all’interno del quale fecero edificare un’imponente proprietà in seguito rinominata come Villa Partanna.